L’assemblea di Avvocati Liberi per l’approvazione del bilancio e per la condivisone, anche in presenza, delle finalità, dei progetti, della voglia di esserci di ALI, diventa anche l’occasione di una lectio magistralis su due piedi, morale, politica, filosofica del Prof. Augusto Sinagra.
“Voglio essere l’ultimo dei gregari”.
E’ da brividi l’esordio del Professore, una nuvola di fumo con un uomo intorno e, soprattutto, una testa sempre al lavoro.
Lo spirito gregario, essenza dell’avvocato, lo sherpa dei diritti, delle ragioni, dei torti degli altri. Sempre in salita, con carichi pesanti sulle spalle.
Parole leggere e sussurrate quelle di Sinagra, arrivano come fendenti ma sono colpi che aiutano a difendersi, noi, i difensori, dalle pastoie culturali ed emotive nelle quali il nostro mondo è precipitato.
“L’avvocato non ha più interlocutori”, prosegue Sinagra, non ci sono più i Giudici.”
E poi aggiunge, facendo riferimento al momento distopico che stiamo vivendo, che i Giudici si trovano nelle condizioni di dover dire a se stessi che il vaccino è la via, la verità, la vita. Se lo sono fatto, il trattamento, e devono confermare a loro stessi la loro decisione, stanno pensando a loro, non sono equanimi, non possono riconoscere altro.
Ed ecco, in proposito, l’accenno alla corruzione delle coscienze, la più potente, la più pervasiva, quella più difficile da combattere.
E mi viene da aggiungere, a titolo personale, che ci vuole molta libertà per questo e che la libertà, come ci raccontano i fatti, manca più nelle coscienze, per ora, che esternamente, nella possibilità di azione che, senza coscienza, mai potranno esserci.
Sono tutti potenti i concetti espressi da Sinagra eppure sostenuti da una voce che appena si sente ma che tutta l’assemblea porge l’orecchio ad ascoltare, per non perdere una parola.
Perché sono ossigeno le parole che arrivano, perché la nostra saturazione dell’ossigeno morale è ben oltre la soglia della tollerabilità.
“ La sentenza del Consiglio di Stato grida vendetta davanti a Dio”.
Sentire citato Dio da un giurista, un professore, un avvocato: anche questo mi sembra, oggi, uno spazio di libertà, qualunque cosa in merito a cotanto argomento si abbia in animo.
“Non pensavo che il destino fosse così avverso da darmi una vita lunga con una sofferenza finale così grande”
E’ un pensiero doloroso quello espresso dal Prof. Sinagra ma è così lucido da risultare già una cura.
Segno evidente che si può essere lucidi e fieri nelle avversità come abbiamo tentato di fare noi tutti in questi oltre due anni di dittatura sanitaria.
Non mancano strali sulla scuola che ha dimenticato le materie umanistiche “ che non servono a niente ma che costruiscono un popolo”, quel popolo che oggi non c’è, che lamentiamo non esserci, a volte stupendoci, quando tutto, invece, è figlio di precise condotte che aspirano a creare servitori – sudditi, ubbidienti e superflui, “ da avviare possibilmente a lavori manuali”, dice così Sinagra, con la semplicità che disvela la nudità del Re, la semplicità del bambino, dello sguardo limpido sulle cose.
“Il Trattato di Lisbona è una minchiata”, è la sintesi più tragica e completa quando proviene da un Professore di diritto internazionale, da uno studioso che ha competenze da vendere (ma non le vende) e inesauribile senso del gioco – perché il gioco è una cosa seria mentre” il diritto fa ridere”, qui la citazione, laconica e profetica del Procuratore Generale della Repubblica di Roma, Giudiceandrea, anni ‘ 80, un secolo fa, due minuti fa, visto che era già tutto avviato verso lo sfacelo che ci ha terremotato.
“Un ‘Unione Europea che è solo un club privato di banchieri, senza popolo, contro il popolo verso cui indirizza una normazione malvagia”.
Il Male e il Bene, altre categorie che Sinagra non dimentica mai, pilastri dimenticati, dagli altri, abbandonati, ridotti a ruderi da far visitare a turisti distratti non fondamenti con i quali sollevare il mondo. E ribaltarlo, se serve.
Il futuro si scorge tronando all’indietro, a proposito di storia come identità.
“La mafia è invincibile perché è strumento di governo”.
E’ una citazione da atti parlamentari del 1882, vivi nella memoria sapiente di Sinagra che invita a sostituire la parola mafia con la parola virus, pandemia .
Si giunge al medesimo risultato: con lo stato di emergenza si campa e questa conduzione del nostro Paese, non mi spingerei a chiamarlo Governo, non ha altro a disposizione per applicare piccole e grandi malvagità che nulla hanno a che fare con la salute dei cittadini ma con la loro eliminazione, fisica o morale.
Nulla è risolto, tutto pare molto complicato e fosco ma le parole di un saggio, indipendentemente dal condividerle in toto, sono combustibile per andare avanti per tutti noi che in avvocati liberi abbiamo visto un modo di essere e di lottare, in ogni forma possibile, contro il Male e le sue multiformi e orribili facce.
Buona libertà a tutti!